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Calcio

Il calcio è un gioco a squadre nato in Inghilterra. Possibili suoi antenati sono l'episciro greco, l'arpasto romano o il calcio fiorentino, praticato sulle piazze di Firenze già all'inizio del XV sec., comunque molto diversi dal calcio moderno. Quest'ultimo cominciò a essere praticato in una forma abbastanza simile a quella attuale nel XVIII sec. in Inghilterra, dove il 26.10.1863 venne fondata la prima associazione calcistica, la Football Association.

Nascita e sviluppo

Il gioco del calcio, inizialmente avversato da insegnanti, ecclesiastici, autorità e genitori, fu introdotto nella Svizzera franc. da collegiali inglesi fra il 1855 e il 1869; in seguito, molti club calcistici sviz. vennero fondati da studenti e da stranieri (il più vecchio di quelli esistenti è il FC San Gallo, del 1879). L'Ass. sviz. di football (ASF), fondata a Olten il 7.4.1895, riuscì gradualmente a migliorare l'immagine del calcio presso l'opinione pubblica; sotto la sua egida si svolge dal 1898-99 il campionato sviz. e dal 1926 la Coppa sviz. Il 22.2.1905 ebbe luogo a Parigi il primo incontro intern. della Nazionale elvetica; da allora, e fino al 30.6.1998, la rappresentativa ha disputato 580 partite contro squadre di 61 nazioni. Negli anni '20 e '30 il calcio divenne un gioco popolare e di massa, diffondendosi in tutto il Paese; a tale evoluzione contribuì in modo considerevole il secondo posto conquistato dalla Svizzera al torneo olimpico di Parigi (1924), che scatenò un'ondata nazionale di entusiasmo, in seguito rilanciata dalla vittoria sulla "Grande Germania" nel campionato mondiale del 1938. Le autorità fed. cominciarono così ad apprezzare il valore educativo del calcio, sovvenzionando la formazione dei dirigenti di club e valorizzandone l'importanza nell'ambito dell'educazione fisica scolastica.

Un tiro di Seppe Hügi durante la partita Svizzera-Italia, giocata a Berna nel 1956. Fotografia di Roland Schlaefli (Museo nazionale svizzero, Zurigo, Actualités suisses Lausanne).
Un tiro di Seppe Hügi durante la partita Svizzera-Italia, giocata a Berna nel 1956. Fotografia di Roland Schlaefli (Museo nazionale svizzero, Zurigo, Actualités suisses Lausanne).

Dopo la seconda guerra mondiale il calcio, superate tutte le barriere di un tempo e integrato sul piano sociale, divenne un importante fattore economico e lo sport più seguito dai media. Con il passaggio graduale dal semidilettantismo al professionismo, alla fine degli anni '70 esso fu promosso a veicolo pubblicitario; i club della categoria più alta si svilupparono fino a diventare vere e proprie imprese, con bilanci annui anche di 14 milioni di frs. Agli incassi delle partite si aggiunsero nuovi introiti: pubblicità su maglie e striscioni, sponsorizzazioni, compensi per trasmissioni televisive e, verso la fine degli anni '90, la trasformazione dei club in soc. per azioni.

L'organizzazione del gioco del calcio in Svizzera è gestita dall'ASF, organo centrale con sede a Berna, composta dal 1933 da tre sezioni (sistema tricamerale) - Lega nazionale (LN), Prima lega, Lega amatori - e 13 federazioni regionali; all'ASF fanno capo 1479 ass. con ca. 450'000 membri. Al 30.6.1998 esistevano nel Paese 11'749 squadre che contavano 219'120 attivi, di cui 111'542 juniori, 5715 donne e 4525 arbitri. Gli attivi giocano in diverse categorie, gli juniori e gli scolari in base a sei classi d'età (fino ai sei-otto anni); oltre il 98% degli attivi è dilettante. L'AFS è membro della FIFA (Fédération Internationale de Football Association), fondata a Parigi nel 1904; questa org. sportiva intern., che con le sue 202 federazioni nazionali e i suoi ca. 200 milioni di calciatori rappresenta la massima autorità mondiale del settore, ha sede a Zurigo e dal 1998 è guidata dallo Svizzero Joseph Blatter. Ha sede in Svizzera, a Nyon, anche la federazione europea, l'UEFA (Union Européenne de Football Association).

Un fenomeno sociale

Espressione della sociabilità moderna e della civiltà industriale, il calcio trovò anche in Svizzera, nei decenni a cavallo tra XIX e XX sec., i fautori più convinti sia tra le nuove élite tecniche e commerciali sia tra i ceti popolari urbani. Dal 1890 ca., il calcio si diffuse nelle scuole superiori tecniche e commerciali, coinvolgendo quindi l'associazionismo legato ai gruppi socioprofessionali che frequentavano tali ist. L'emigrazione interna di quadri aziendali, funzionari e lavoratori favorì l'insediamento del calcio nelle varie regioni del Paese. Ingegneri, tecnici e agenti commerciali sviz. espatriati contribuirono inoltre, tra il 1900 e il 1910, alla diffusione del calcio in alcune città dell'Europa mediterranea tra cui Barcellona, Marsiglia, Bologna, Milano, Bari. Negli anni '20 e '30, la pratica del calcio si consolidò nelle agglomerazioni urbane e nelle località di media e piccola grandezza toccate dall'industrializzazione, dai traffici e dal commercio. Al pari di altri sport, il calcio fu pure incoraggiato dal movimento operaio e dall'associazionismo catt. (oratori). Dopo il 1950 il calcio divenne progressivamente una pratica sportiva capillarmente diffusa su tutto il territorio e tra tutti i ceti sociali.

Il calcio di fine XX e inizio XXI sec. è, in Svizzera come all'estero, un fenomeno profondamente diverso da quello delle origini, quando esso appariva animato dalla volontà di unire gli esseri umani superandone le peculiarità nazionali e culturali. Catalizzatore dell'attenzione di gran parte dell'opinione pubblica e specchio della società contemporanea, esprime anche valori antitetici a quelli veicolati agli inizi: a fronte di azioni promosse da soc., giocatori e ass. a sostegno della solidarietà e della giustizia, trovano così sempre maggiore spazio, sia nel calcio professionistico sia in quello amatoriale, l'odio verso l'avversario, la violenza e il razzismo. La sua particolare visibilità ha inoltre trasformato il calcio in un mezzo in cui, in alcuni contesti, si incanala lo sforzo per conquistare una rivincita nei confronti della società e delle sue ingiustizie.

Il complesso dello stadio S. Giacomo a Basilea, progettato dallo studio di architettura Herzog & de Meuron e realizzato tra il 1998 e il 2002 dalla Marazzi Generalunternehmung AG © Ruedi Walti, 2001.
Il complesso dello stadio S. Giacomo a Basilea, progettato dallo studio di architettura Herzog & de Meuron e realizzato tra il 1998 e il 2002 dalla Marazzi Generalunternehmung AG © Ruedi Walti, 2001. […]

L'hooliganismo è stato importato in Svizzera da tifoserie straniere in occasione delle partite delle coppe europee all'inizio degli anni '80; il fenomeno, che ha iniziato a interessare le tifoserie sviz. verso la fine dello stesso decennio, non ha tuttavia mai raggiunto i livelli di altri Paesi. Al fine di combattere la violenza negli stadi, la Svizzera ha ratificato nel 1990 la Convenzione europea sulla violenza e i disordini degli spettatori durante le manifestazioni sportive, segnatamente nelle partite di calcio, adottata dal Consiglio d'Europa nel 1985.

Riferimenti bibliografici

  • Archivio del giornale specializzato Sport
  • P. Ruoff, Goldenes Buch des Schweizer Fussballs, 1953
  • J. Ducret, Il libro d'oro del calcio sviz., 1994
  • P. Lanfranchi, «Football et modernité», in Traverse, 1998, n. 3, 76-87
  • M. Schuler, «La dynamique géographique du sport d'élite suisse: le cas du football», in Sports en Suisse, a cura di C. Jaccoud et al., 2000, 125-149
  • F. Brändle, C. Koller, Goal! Kultur- und Sozialgeschichte des modernen Fussballs, 2002
Link

Suggerimento di citazione

Walter Lutz; Marco Marcacci: "Calcio", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 26.11.2009(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/048188/2009-11-26/, consultato il 25.04.2024.