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Calendario

Nel ME sull'odierno territorio sviz. era utilizzato il calendario giuliano, riformato da Giulio Cesare nel 46 a.C. L'anno giuliano, che contava in media 365 giorni e 6 ore, era più lungo rispetto a quello astronomico di 11 minuti e 13 secondi; un anno su quattro diventava dunque bisestile. Il giorno di inizio dell'anno variava a seconda dello "stile": cadeva ad esempio il 25 dicembre ("stile della Natività") nelle diocesi di Basilea, Costanza e Coira e nella parte germanofona della diocesi di Losanna. Lo stesso stile era in uso nell'XI e XII sec. anche nella sua parte francofona, dove nel corso del XIII sec. si affermò invece lo "stile dell'Annunciazione" (con capodanno il 25 marzo), adottato dalla cancelleria vescovile fino al 1536. Lo “stile della Pasqua” fece pure la sua comparsa nel XIII sec. La diocesi di Ginevra adottò successivamente i tre stili (Natività nel XII sec., Pasqua nel XIII, Annunciazione dopo il 1276); la diocesi di Sion procedette in modo analogo. Durante il XVI sec. si impose in tutto il territorio sviz., in momenti diversi a seconda della regione, il cosiddetto anno civile con capodanno l'1 gennaio ("stile della Circoncisione").

Calendario originale e personale realizzato nel 1777 da Johann Jakob Aschmann;acquerello su cartone (Museo nazionale svizzero) © A. & G. Zimmermann, Ginevra.
Calendario originale e personale realizzato nel 1777 da Johann Jakob Aschmann;acquerello su cartone (Museo nazionale svizzero) © A. & G. Zimmermann, Ginevra. […]

Il 24.2.1582 papa Gregorio XIII promulgò un nuovo calendario. Per correggere il ritardo dell'anno civile su quello astronomico, il pontefice stabilì la cancellazione di dieci giorni; con l'omissione, ogni quattro sec., di tre giorni intercalari la differenza fra anno civile e anno astronomico si sarebbe così ridotta a soli 26 secondi. Insieme a Le Landeron, cittadina neocastellana alleata di Soletta, i sette cant. catt. accolsero tutti il nuovo stile passando dall'11 al 22.1.1584, con l'eccezione di Obvaldo e Nidvaldo, cui occorse un altro mese per vincere l'opposizione della pop. In Turgovia, baliaggio conf. comune, l'introduzione nel 1584 del cambiamento nel calendario fu all'origine di tensioni fra Zurigo e i cinque cant. della Svizzera centrale. Il 6.3.1585 la Dieta di Baden decretò il riordinamento delle feste religiose sulla base del nuovo calendario; gli evangelici poterono tuttavia celebrare Natale, S. Stefano, Capodanno, Pasqua, Ascensione e Pentecoste secondo il vecchio stile. Anche in Appenzello, in cui vigeva la parità confessionale, il nuovo calendario fu introdotto nel 1584, malgrado l'opposizione di alcuni predicatori nelle Rhoden esterne (introduzione riconfermata nel 1589). Dopo la scissione del 1597 le Rhoden esterne, rif., tornarono in un primo tempo al vecchio calendario, per poi infine adottare quello gregoriano nel 1798. In Vallese i tentativi del vescovo di Sion, Hildebrand von Riedmatten, di introdurre nel 1584 la riforma si scontrarono con l'opposizione delle decanie, che temevano la scomparsa delle antiche usanze; mentre nel basso Vallese, Paese soggetto, il passaggio al nuovo stile poté essere realizzato nel 1622, nel resto del territorio la riforma fu accettata solo dopo lunghe dispute (1/11.3.1656). I cant. rif. di Zurigo, Berna, Basilea, Sciaffusa, così come Neuchâtel, Ginevra e la parte catt. di Glarona, adottarono il nuovo calendario passando dall'1 direttamente al 12.1.1701, seguiti dalla città di San Gallo nel 1724; la parte evangelica di Glarona soltanto con l'Elvetica (4.7.1798). Nei Grigioni l'assenza di un governo centrale e la divisione confessionale impedirono una regolamentazione unitaria del problema legato al calendario: nei com. catt. il calendario gregoriano fu introdotto nel 1623-24, mentre in quelli misti i catt. lo utilizzarono fin dalla metà del XVII sec., i rif. solo dalla seconda parte del XVIII. Nei com. evangelici il passaggio avvenne gradualmente, tra il 1783 (Alta Engadina e Bregaglia) e il 1812: anno in cui Schiers e Grüsch, che nonostante un'ingiunzione del Gran Consiglio respingevano ancora il nuovo stile, furono multati e - ultimi com. nell'Europa non orientale - dovettero infine accettare il cambiamento.

Il calendario adottato dalla Rivoluzione franc. fu in vigore nelle zone ginevrine e dell'ex principato vescovile di Basilea annesse dalla Francia tra il 1793 e il 1805. In base a una legge emanata dall'Elvetica il 26.6.1798, tale calendario venne aggiunto a quello gregoriano, ormai di uso generale; gli almanacchi seguirono questa prassi fino al 1805.

Riferimenti bibliografici

  • C. Roth, «Le commencement de l'année à Lausanne pendant la première moitié du XIIIe siècle d'après le cartulaire du chapitre de Notre-Dame», in Mélanges Charles Gilliard, 1944, 158-166
  • H. Gutzwiller, «Die Einführung des gregorianischen Kalenders in der Eidgenossenschaft in konfessioneller, volkskundlicher, staatsrechtlicher und wirtschaftlicher Schau», in ZSK, 72, 1978, 54-73
  • H. Kläui, «Grundlagen der Zeitrechnung und Einführung des Gregorianischen Kalenders in der Alten Eidgenossenschaft», in JbSGF, 1985, 3-22
  • A.-D. von den Brincken, Historische Chronologie des Abendlandes, 2000
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Suggerimento di citazione

Hellmut Gutzwiller: "Calendario", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 15.01.2018(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/012812/2018-01-15/, consultato il 28.03.2024.