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Codificazione

La codificazione è un'opera di ordinamento sistematica, il più possibile completa, astratta e tecnicamente unitaria, che interessa un intero ambito giuridico – come ad esempio il diritto penale o il diritto privato – e che sfocia nella costituzione di un codice o di una raccolta di leggi.

Le codificazioni dell'Illuminismo

Nel XVIII secolo sorse nell'Europa illuminista un vero e proprio movimento di codificazione, caratterizzato dalla convinzione che ogni forma giuridica dovesse rendere omaggio alla ragione e che il comportamento umano potesse essere giudicato sulla base di norme mutuate dalla ragione stessa. La legislazione bavarese (1751-1756) precorse questa tendenza, pur non essendo tuttora considerata un prodotto del diritto naturale. L'ondata di codificazioni di quell'epoca raggiunse un primo apice con l'opera sul diritto territoriale per gli Stati prussiani, l'Allgemeines Landrecht für die preussischen Staaten, pubblicato ufficialmente nel 1794, che si distingueva per ampiezza, completezza e coerenza. Oltre al diritto privato comprendeva – e in questo rimase un caso unico – anche il diritto pubblico. Soprattutto in Austria e in Francia, ma anche in Baviera, furono prodotte diverse codificazioni singole, che divennero modelli per altri codici europei di diritto privato e penale. In Austria nel 1803 entrò in vigore la legge penale sui crimini e i reati gravi contro la polizia (Strafgesetz über Verbrechen und schwere Polizei-Übertretungen), redatta da Franz Anton Felix von Zeiller. Con il Codice civile per le province ereditarie tedesche (Allgemeines bürgerliches Gesetzbuch für die gesammten Deutschen Erbländer), pubblicato nel 1811, lo stesso studioso elaborò una base sistematica anche per il diritto privato. In Baviera, Paul Johann Anselm von Feuerbach redasse il Codice penale bavarese (1813), che si adeguava al nascente liberalismo e per questo venne spesso ripreso. In seguito alla Rivoluzione francese, nel 1791 in Francia fu promulgata la prima stesura del Codice penale. La versione riveduta (1810) servì come disegno di legge in molte delle regioni che durante le guerre di coalizione erano state occupate dalla Francia. Nel 1804 apparve il Codice napoleonico, redatto sotto la responsabilità di Jean Etienne Marie Portalis, nel 1806 il Codice di procedura civile e nel 1807 il Codice di commercio. Le codificazioni francesi colpiscono per la loro precisione e per la chiarezza concettuale; il Codice penale, specialmente nella prima versione, si distingue anche per la severità delle pene previste. Il Codice napoleonico, fortemente influenzato dal diritto consuetudinario, stabilisce l'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e la libertà della sfera individuale. Contiene inoltre alcuni accenni alla tutela dei diritti sociali.

Le codificazioni durante l'Elvetica

Durante la Reubblica elvetica furono avviati tentativi di codificazione del diritto penale e privato svizzero secondo il modello francese. Già nel 1799 fu completato il Codice penale della Repubblica elvetica che, sulla base di una traduzione di quello francese del 1791, lo riprendeva con qualche adeguamento. La prevista regolamentazione complessiva dei reati e della procedura penale non fu mai realizzata. Il Codice penale dell'Elvetica, duramente criticato per la sua severità, fu male accolto dalla popolazione e a nulla valsero i successivi miglioramenti che concedevano al giudice maggiori possibilità di attenuare le pene: con l'entrata in vigore dell'Atto di mediazione (1803) venne a cadere nella maggior parte dei cantoni.

Ancora meno successo ebbero i tentativi di codificare il diritto privato a livello nazionale. Del progettato codice di diritto privato (in preparazione dal 1800), che avrebbe dovuto ispirarsi contemporaneamente ai piani di un codice civile francese e al diritto svizzero tradizionale, furono realizzati solo alcuni decreti. Già nel 1801 si rinunciò a tale proposito.

Le codificazioni cantonali

Fallita l'esperienza della Repubblica elvetica, i cantoni riacquisirono il potere legislativo (leggi). Riesaminando parzialmente o ricodificando integralmente il diritto privato e quello penale, essi tentarono di armonizzare gli ordinamenti e il diritto territoriale dell'ancien régime con le codificazioni più recenti. A modello per la redazione dei codici vennero presi i testi francesi e austriaci, nonché il Codice penale del Baden, stilato sul modello bavarese. Il Codice penale dell'Elvetica, primo codice penale nazionale, conservò la sua validità in qualità di fonte giuridica sussidiaria nei cantoni Berna (escluso il Giura, dove era in vigore il Codice penale napoleonico del 1810), Vaud, Soletta, Turgovia, Lucerna e Basilea, finché questi non procedettero alla stesura di codificazioni proprie. I primi codici di diritto penale dopo l'Elvetica furono emanati dai nuovi cantoni Argovia, San Gallo e Ticino. Il canton Vaud integrò il Codice penale dell'Elvetica con il Codice correzionale; il canton Ginevra modificò più volte il Codice penale napoleonico del 1810, in vigore dall'occupazione francese. Entro il 1931, ad eccezione di Uri e Nidvaldo, tutti i cantoni elaborarono un proprio diritto penale.

Le codificazioni di diritto penale prima del 1931
Le codificazioni di diritto penale prima del 1931 […]
Le codificazioni di diritto privato fino al 1907
Le codificazioni di diritto privato fino al 1907 […]

In maniera analoga si svilupparono le codificazioni di diritto privato. A parte qualche eccezione, i cantoni misero a punto i propri codici civili, che possono essere suddivisi in tre gruppi: al Codice civile si ispirarono soprattutto i cantoni della Svizzera occidentale, compreso il Giura bernese, e il Ticino, e al Codice civile per le province ereditarie tedesche un gruppo di cantoni attorno a Berna. Un terzo gruppo fece invece riferimento al Codice di diritto privato zurighese di Johann Caspar Bluntschli (1853-1855), che rappresenta la prima codificazione del diritto di area tedesca. Singoli cantoni regolamentarono solo parzialmente il proprio diritto privato. Rimasero del tutto sprovvisti di una codificazione in materia Uri, Svitto, Obvaldo, Appenzello Interno, Basilea Città e Basilea Campagna. Con il trasferimento di tutte le competenze legislative alla Confederaione, poco prima della fine del XIX secolo terminò in pratica l'era delle codificazioni cantonali.

Tra le codificazioni del diritto privato vanno menzionate, oltre all'opera di Bluntschli, il Codice civile per il canton Berna di Samuel Ludwig Schnell, il Codice civile per il canton Lucerna di Kasimir Pfyffer von Altishofen, quello di Soletta ad opera di Johann Baptist Reinert, il Codice argoviese, quello glaronese di Johann Jakob Blumer e quello grigionese di Peter Conradin von Planta.

Le codificazioni confederali

«In favore della sovranità dei cantoni, contro il Codice penale svizzero – vota no! Partito liberale di Neuchâtel». Manifesto contro l'introduzione del Codice penale in occasione della votazione popolare del 3 luglio 1938, realizzato da Noël Fontanet e stampato presso Paul Attinger a Neuchâtel (Collezione privata).
«In favore della sovranità dei cantoni, contro il Codice penale svizzero – vota no! Partito liberale di Neuchâtel». Manifesto contro l'introduzione del Codice penale in occasione della votazione popolare del 3 luglio 1938, realizzato da Noël Fontanet e stampato presso Paul Attinger a Neuchâtel (Collezione privata). […]

Né l'Atto di mediazione del 1803, né il Patto federale del 1815 autorizzavano la Confederazione a legiferare nell'ambito del diritto penale e privato. Neanche nei progetti di revisione del Patto federale (Patto Rossi), stilati poco dopo il 1830, erano previsti simili poteri. Ancora nel 1848 i tentativi di assegnare parzialmente queste competenze al nuovo Stato federale rimasero infruttuosi. Solo la Costituzione del 1874 concesse alla Confederazione una limitata attività legislativa nell'ambito del diritto privato, e nel 1898 fu finalmente autorizzata una regolamentazione completa del diritto penale e privato. Grazie alle nuove competenze, la Confederazione produsse diversi importanti testi legislativi: il diritto sui beni immateriali (1879, 1881, 1903), il diritto delle obbligazioni (1881, 1911), il diritto di esecuzione e quello fallimentare (1889), il Codice civile (1907) e il Codice penale (1937). Quest'ultimo entrò in vigore solo nel 1942, quasi mezzo secolo dopo la creazione delle premesse costituzionali.

Riferimenti bibliografici

  • Pfenninger, Heinrich: Das Strafrecht der Schweiz, 1890.
  • Thormann, Philipp; Overbeck, Alfred von (a cura di): Das Schweizerische Strafgesetzbuch vom 21. September 1937, 3 voll., 1940-1943.
  • Liver, Peter: «Einleitung. Artikel 1-10 ZGB», in: Berner Kommentar zum schweizerischen Privatrecht 1, 1966, pp. 7-78.
  • Elsener, Ferdinand: «Geschichtliche Grundlegung. Rechtsschulen und kantonale Kodifikationen bis zum Schweizerischen Zivilgesetzbuch», in: Grossen, Jacques-Michel et al. (a cura di): Schweizerisches Privatrecht 1, 1969, pp. 1-239.
  • Tuor, Peter: Das schweizerische Zivilgesetzbuch, rivisto e completato da Bernhard Schnyder e Jörg Schmid, 199511, pp. 1-31.
  • Schnyder, Bernhard: «Allgemeine Einleitung zu den Art. 1-10», in: Gauch, Peter; Schmid, Jörg (a cura di): Einleitung: Art. 1-7 ZGB, a cura di Max Baumann, 19983 (Zürcher Kommentar zum Privatrecht, 1/1).
  • Solimano, Stefano: Verso il Code Napoléon. Il Progetto di codice civile di Guy Jean-Baptiste Target (1798-1799), 1998.
  • De Biasio, Giorgio: Introduzione ai codici di diritto privato svizzero, 1999.
  • Caroni, Pio: Gesetz und Gesetzbuch. Beiträge zu einer Kodifikationsgeschichte, 2003.
  • Stratenwerth, Günter: Schweizerisches Strafrecht. Allgemeiner Teil, 20053.
Link

Suggerimento di citazione

Eva Petrig Schuler: "Codificazione", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 22.09.2021(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/009605/2021-09-22/, consultato il 16.04.2024.