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Congresso diVienna

Il congresso di Vienna (18.9.1814-9.6.1815) pose fine al periodo di conflitti scaturiti dalla Rivoluzione franc., protrattosi per oltre 20 anni, durante il quale si succedettero sei guerre di Coalizione. Sotto la direzione delle potenze vincitrici Austria, Prussia, Russia e Gran Bretagna e, più tardi, anche della Francia, vennero ridefiniti gli equilibri in Europa, dando avvio all'epoca della Restaurazione.

Quale ex Stato vassallo della Francia, la Svizzera divenne oggetto dei negoziati. Divisa al suo interno, la Conf. dopo l'abrogazione dell'Atto di mediazione riuscì, sotto pressione delle grandi potenze, a elaborare appena in tempo il Patto federale (9.9.1814). Già tre giorni dopo, la Dieta fed. inviò a Vienna una delegazione di tre persone, guidata dallo zurighese Hans von Reinhard e altresì formata da Jean de Montenach, esponente del patriziato cittadino friburghese favorevole alla Restaurazione, e da Johann Heinrich Wieland di Basilea, di orientamento moderato. Altri rappresentanti difesero gli interessi, in parte contrapposti, di vari cant., città e altri enti territoriali, dando l'immagine di una Conf. lacerata al suo interno.

Tabacchiera con scatola musicale integrata, donata a Jacob Gobat, 1815 (Bernisches Historisches Museum).
Tabacchiera con scatola musicale integrata, donata a Jacob Gobat, 1815 (Bernisches Historisches Museum). […]

Per discutere il problema sviz., il congresso insediò un comitato di sei esperti della realtà elvetica, presieduto da Johann Philipp Nepomuk von Wessenberg, diplomatico austriaco ed ex canonico del capitolo cattedrale di Basilea, di cui fecero tra l'altro parte anche il britannico Stratford Canning e Giovanni Antonio Capodistria, rappresentante dello zar. Già nel 1813-14 gli ultimi due, in veste di inviati nella Conf., avevano fatto pressioni per giungere alla conclusione del Patto fed. Le grandi potenze difendevano i propri interessi e, dopo le esperienze delle guerre di coalizione, miravano soprattutto, oltre alla pacificazione interna della Svizzera, alla creazione di uno Stato neutro e militarmente rafforzato, in grado di servire da cuscinetto tra la Francia e l'Austria. Dopo il sorprendente ritorno di Napoleone, fuggito dall'isola d'Elba all'inizio di marzo del 1815, il 20 marzo venne emanata in tutta fretta una dichiarazione relativa alla Conf. (approvata dalla Dieta fed. il 27.5.1815), poi inclusa l'8.6.1815 nell'atto finale del congresso (art. 74-85, 91-92), ratificato dalla Dieta fed. il 12.8.1815.

La dichiarazione del 20 marzo stabiliva che la Neutralità perpetua della Svizzera era nell'interesse degli Stati europei. Il congresso di Vienna garantì l'integrità dei 19 cant. del periodo della Mediazione. Tre ex Paesi alleati vennero separati dalla Francia e aggregati quali cant. alla Svizzera: il Vallese, Ginevra (con l'aggiunta dei territori savoiardi) e Neuchâtel (con il duplice statuto di cant. e principato restituito al re di Prussia). L'ex principato vescovile di Basilea sotto occupazione franc. passò, insieme alla città di Bienne, al cant. Berna (con le eccezioni del Birseck e di Lignières, attribuiti risp. a Basilea e Neuchâtel), ottenendo garanzie politiche e religiose (Actes de réunion). La valle di Dappes venne assegnata al cant. Vaud. I nuovi cant. di Argovia, Vaud, Ticino e San Gallo dovettero indennizzare quelli della vecchia Conf. per la perdita dei diritti detenuti durante l'ancien régime. L'Alta Savoia fu neutralizzata. Al principe abate di San Gallo (privato dei suoi possedimenti) e ai suoi funzionari così come al principe vescovo di Basilea e ai suoi canonici vennero concesse delle pensioni. La dichiarazione sancì infine un'amnistia generalizzata per i condannati politici.

La riorganizzazione della Svizzera fu però ultimata solo dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo. Con la seconda pace di Parigi (20.11.1815), le grandi potenze si fecero tra l'altro garanti della neutralità perpetua della Svizzera e dell'inviolabilità del suo territorio. Ginevra ottenne inoltre un'area, in precedenza franc., sulla sponda settentrionale del Lemano, che assicurava un corridoio di collegamento diretto con il resto della Conf., e una zona franca nel Pays de Gex.

I confini dopo il congresso di Vienna 1815
I confini dopo il congresso di Vienna 1815 […]

Numerose rivendicazioni territoriali della Dieta fed. e di singoli cant. non vennero invece soddisfatte. Alcuni vecchi cant. non riottennero i loro precedenti domini: Berna perse definitivamente il Vaud e l'Argovia, Uri la Leventina, Svitto e Glarona Uznach, il Gaster e Sargans. Né l'antico principato vescovile di Basilea (Giura) né Bienne vennero elevati a cant. autonomi. La Valtellina, Chiavenna, Bormio e Campione rimasero al regno Lombardo Veneto, Costanza al granducato del Baden; il territorio sciaffusano non venne ampliato con alcuni villaggi limitrofi del Baden. I confini nazionali e cant. stabiliti nel 1815 (con l'eccezione della costituzione del cant. Giura nel 1979) rimasero da allora immutati. La dichiarazione della neutralità perpetua da allora costituisce il quadro di riferimento della politica estera sviz.

Riferimenti bibliografici

  • HbSG, 882-885
  • M. Jorio, Der Untergang des Fürstbistums Basel (1792-1815), 1982, 180-194
  • P. Bührer, «Die Frage der geistlichen Fürstentümer St. Gallen und Basel auf dem Wiener Kongress, 1814-15», in Rorschacher Neujahrsblatt, 86, 1996, 21-34
  • P. Widmer, «Charles Pictet de Rochemont», in Schweizer Aussenpolitik und Diplomatie, 2003, 36-95
  • F. Walter, Histoire de la Suisse, 3, 2010, 104-112
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Suggerimento di citazione

Marco Jorio: "Vienna, congresso di", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 03.02.2015(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/008922/2015-02-03/, consultato il 28.03.2024.