Coiracomune

Veduta a volo d'uccello della città di Coira, 1640 ca. (Museo retico, Coira).
Veduta a volo d'uccello della città di Coira, 1640 ca. (Museo retico, Coira). […]

Comune del canton Grigioni, regione Plessur, situato sul ventaglio alluvionale della Plessur allo sbocco dello Schanfigg nella valle del Reno. L'insediamento preistorico e quello romano si trovavano, come l'odierna città vecchia, nella nicchia fra Pizokel e Mittenberg; l'espansione verso il Reno e sul pendio soleggiato del Lürlibad cominciò a metà del XIX secolo. La prima menzione è Curia, nell'Itinerarium Antonini (III secolo d.C.). Nome tedesco: Chur; nome francese: Coire; nome romancio: Cuira. Il quartiere della residenza vescovile (Hof Chur), sullo sperone roccioso sopra il nucleo urbano, fu annesso al comune nel 1852, l'insediamento di Sassal nel 1939, Maladers nel 2020 e Haldenstein nel 2021; appartengono invece da sempre a Coira gli abitati rurali esterni di Masans e Araschgen. Città poco industrializzata ai piedi delle montagne, Coira è nodo ferroviario e stradale, sede vescovile, centro scolastico, ospedaliero e amministrativo e piazza d'armi federale. Capitale del cantone trilingue dei Grigioni, dal 1803 è sede del governo e dal 1820 ospita in permanenza il parlamento cantonale; è inoltre il cuore di un agglomerato (Churer Rheintal) che richiama pendolari dall'intera parte settentrionale del cantone. È l'unica città in un vasto territorio e svolge quindi, rispetto alle sue dimensioni, un numero particolarmente alto di funzioni di capoluogo.

Coira (comune): carta di situazione 2021 (Geodati: Ufficio federale di statistica, Swisstopo, OpenStreetMap) © 2021 DSS.
Coira (comune): carta di situazione 2021 (Geodati: Ufficio federale di statistica, Swisstopo, OpenStreetMap) © 2021 DSS.

Struttura demografica del comune di Coira

AnnoXIII sec.Fine del XV sec.1780
Abitanti1 000-1 500ca. 1 5002 331
    
Anno 18601880a18881900191019301950197019902000
Abitanti 6 9908 7539 25911 53214 63915 57419 38231 19332 86832 989
Linguatedesco 7 5787 7999 28811 62812 92616 11823 58525 71926 715
 italiano 2832506771 1658221 0153 0332 0401 692
 romancio 9891 1581 4661 6971 6811 9813 3182 2691 765
 altre 39521011491452681 2572 8402 817
Religione,confessioneprotestanti4 2536 4406 5187 5619 2009 77711 70015 33114 02112 710
 cattolicib2 7332 4312 7293 9625 3885 7177 46615 46215 94414 713
 altri41812951802164002 9035 566
 di cui senza appartenenzac        1 0731 998
Nazionalitàsvizzeri6 3737 8668 0949 68712 04213 68517 85226 33227 25927 061
 stranieri6171 0231 1651 8452 5971 8891 5304 8615 6095 928

a Abitanti: popolazione residente; lingua, religione e nazionalità: popolazione "presente".

b Compresi i cattolico-cristiani tra il 1880 e il 1930; dal 1950 cattolico-romani.

c Non appartenenti ad alcuna confessione o altra comunità religiosa.

Struttura demografica del comune di Coira -  Ufficio federale di statistica; autore

Preistoria

Epoca preromana

Il rinvenimento di manufatti in cristallo di rocca e selce datati al tardo Paleolitico (ca. 11'000-10'000 a.C.) sulla riva destra della Plessur nel sito Coira-Marsöl testimonia una precoce frequentazione del sito. Importanti centri di insediamento preistorici erano situati rispettivamente sulla riva destra della Plessur, nell'area della città vecchia in zona Sennhof/Karlihof, e sulla riva sinistra del fiume, nel Welschdörfli. Anche nel quartiere vescovile (Hof) sono noti resti di insediamenti preistorici, che sono però stati riportati alla luce solo parzialmente.

Nel Welschdörfli, ai piedi del Rosenhügel/Pizokel, gli scavi effettuati tra il 1967 e il 1990 hanno fatto emergere resti preistorici notevoli. In zona Ackermann si è rinvenuto a ca. 5 m di profondità un insediamento del Neolitico, nel quale rivestono una grande importanza soprattutto le tracce di campicoltura praticata con l'aratro; anche sotto il vicino Markthallenplatz vi erano resti di insediamenti riconducibili alle culture neolitiche di Lutzengüetle e di Pfyn. In zona Sennhof/Karlihof sono emerse, negli anni 1980, strutture di un importante insediamento del Bronzo finale, con reperti delle culture dei campi di urne e di Luco-Meluno (ca. 1300-800 a.C.); tale insediamento era ricoperto da resti abitativi del Ferro antico con cosiddetta ceramica di tipo Tamins del VI/V secolo a.C. (cultura di Hallstatt), ma anche da strutture e reperti romani e bassomedievali. Importanti strutture abitative dell'età del Ferro sono note anche nel Markthallenplatz e in zona Ackermann. Alle piante di case si affiancano reperti del cosiddetto gruppo della valle del Reno alpino, con buona presenza di materiale più antico (cosiddetta ceramica di tipo Tamins) e più recente (cosiddetta ceramica tipo Schneller, V-III secolo a.C.); tali reperti sembrano rinviare a una manifestazione culturale di stampo celtico piuttosto che retico.

Epoca romana

Dopo la conquista romana (campagna alpina del 16-15 a.C.) Coira fece parte dapprima della circoscrizione amministrativa delle Alpi Graie e Pennine, e dal 40-50 d.C. della nuova provincia della Raetia; la collocazione giuridica della città non è nota (forse Coira possedeva la posizione di civitas peregrina o stipendiaria). Gli scarsi oggetti d'equipaggiamento appartenuti a soldati romani non possono comprovare una presenza militare prolungata; è possibile però che a Coira, punto di sbocco strategicamente importante dei passi alpini retici, si trovasse una stazione stradale. Per ora non è dimostrata la tesi secondo cui la località, dopo il riassetto territoriale delle province romane nel IV secolo, sarebbe divenuta capitale provinciale della Raetia prima.

Interno delle costruzioni poste a protezione dei reperti romani del sito archeologico del Welschdörfli, realizzate nel 1985-1986 dall'architetto Peter Zumthor © Fotografia Fortunat Anhorn, Malans.
Interno delle costruzioni poste a protezione dei reperti romani del sito archeologico del Welschdörfli, realizzate nel 1985-1986 dall'architetto Peter Zumthor © Fotografia Fortunat Anhorn, Malans.

L'insediamento principale si trovava nell'odierno Welschdörfli, dove dal 1902 è stata oggetto di studi archeologici un'area di ca. 80 x 300 m; l'estensione originaria del sito in epoca romana è ancora ignota. Benché singoli reperti risalgano al tardo I secolo a.C., l'inizio del periodo di fioritura di Coira si situa intorno al 40 d.C.; a questa altezza le case a graticcio furono sostituite da edifici in pietra di tradizione architettonica romana. L'insediamento, a pianta irregolare, comprendeva alcuni edifici pubblici – per esempio terme e strutture presumibilmente adibite ad alloggio e a mercato – ma soprattutto case d'abitazione, che in parte servivano anche all'agricoltura e a varie attività artigianali: oltre alla lavorazione di minerale ferroso, del bronzo e dell'osso, sono attestate attività artigiane di vasai (ceramica) e di tessitori.

Gli abbondanti oggetti di importazione rinvenuti (vasellame, contenitori per alimenti, lampade, monili, statuette), provenienti soprattutto da sud ma anche dalle parti sudoccidentale e nordoccidentale dell'Impero romano, riflettono non solo l'importanza di Coira, situata su uno dei grandi assi commerciali, ma anche la romanizzazione e il benessere materiale dei suoi abitanti.

Un rapido declino del Welschdörfli si comincia a osservare intorno alla metà del III secolo, ma finora mancano orizzonti di distruzione correlabili con le incursioni alemanne del III e IV secolo. Le testimonianze insediative datano fino al tardo IV secolo, in forma isolata fino al V; alcune tracce di insediamento sono emerse anche nella città vecchia e nel quartiere vescovile, sede del castrum tardoromano.

Dall'alto Medioevo all'Elvetica

Dal 450 al 1450 circa

Carta con cui re Ottone I nel 952 conferì la regalia di dazio al vescovo di Coira (Museo retico, Coira.)
Carta con cui re Ottone I nel 952 conferì la regalia di dazio al vescovo di Coira (Museo retico, Coira.)

Fin dal V secolo Coira mostra, dal profilo topografico e da quello istituzionale, il dualismo classico fra la residenza vescovile, lo Hof, e l'abitato antistante (con mercato). Il nucleo insediativo si era spostato dall'abitato romano del Welschdörfli all'altra riva della Plessur, subito sotto la residenza del vescovo. A est di quest'ultima e al margine nordoccidentale di un cimitero altomedievale sorgeva S. Stefano, chiesa sepolcrale risalente al V secolo o a poco dopo il 500 (demolita a seguito di un incendio occorso prima del 1538/1539). A brevissima distanza le fu affiancata, probabilmente nell'VIII secolo, una prima chiesa di San Lucio; la prima chiesa di S. Regula, invece, venne eretta nel IX secolo lungo la strada in uscita verso nord. Intorno al 940 Coira fu ridotta in cenere dai Saraceni; gli ampi privilegi poi concessi dagli Ottoni nella seconda metà del X secolo (regalie di dazio, di moneta e di mercato e diverse immunità) crearono le basi per la formazione della signoria urbana vescovile (principato vescovile di Coira). Sul finire del basso Medioevo l'insediamento di Coira comprendeva lo Hof con la cattedrale (il cui impianto più antico risale alla prima metà del V secolo), il vecchio nucleo urbano (il cosiddetto burgus superior) con la chiesa di S. Martino (prima costruzione della seconda metà dell'VIII secolo), i quartieri Salas e Clawuz presso la futura porta inferiore (Untertor), il rione costituitosi nel XIII secolo intorno al convento domenicano di S. Nicola e, sull'altra riva della Plessur, il Welschdörfli. L'edificazione della cinta muraria nella prima metà del XIII secolo contribuì a unire sempre più i singoli quartieri e promosse la formazione di un comune urbano (città).

La popolazione di Coira, che nel XIII secolo corrispondeva probabilmente a 1000-1500 abitanti, era in gran parte costituita da contadini, artigiani e commercianti che beneficiavano sia dell'intensa attività edilizia – per la cinta muraria e soprattutto per la nuova cattedrale, consacrata nel 1272 – sia della posizione geografica favorevole.

Sulla prima pagina della raccolta del diritto civico di Coira (1461-1730) è raffigurato un blasone della fine del XV secolo (Stadtarchiv Chur).
Sulla prima pagina della raccolta del diritto civico di Coira (1461-1730) è raffigurato un blasone della fine del XV secolo (Stadtarchiv Chur).

Le prime tracce di un comune urbano autonomo compaiono già nel 1227; tuttavia, un'entità comunale duratura sembra essersi formata solo verso la fine del XIII secolo. I primi accenni di un sistema consiliare (Consigli) si riscontrano nel 1282; restava però decisivo l'influsso del vescovo, che era signore della città e continuava a nominare i titolari delle cariche urbane. Gli sforzi per ottenere carte di franchigie provennero soprattutto da ambienti artigiani e da esponenti dei ministeriali vescovili; nel 1367 il capitolo cattedrale, le comunità delle valli vescovili e la città di Coira formarono un'alleanza contro il vescovo che viene in genere considerata l'inizio della Lega Caddea. Uno statuto cittadino del 1368/1376 si conserva solo in forma frammentaria. Nel 1396 re Venceslao stabilì l'esenzione per i cittadini di Coira da tribunali forestieri; nel 1413 essi ottennero il diritto di costruire un emporio e il diritto di sosta per tessuti, granaglie, sale e altre merci. Nello stesso anno le fonti documentarie attestano per la prima volta anche un borgomastro. Nel 1422 la cittadinanza, con un assalto allo Hof, si ribellò al vescovo Johannes Naso, spesso assente da Coira, e lo costrinse a una serie di ampie concessioni.

Dal tardo Medioevo alla metà del XVII secolo

Un somiere con i suoi muli carichi di casse mentre entrano da una delle porte di Coira (1500 ca.); illustrazione nella Luzerner Chronik di Diebold Schilling (Zentral- und Hochschulbibliothek Luzern, Sondersammlung, Eigentum Korporation Luzern).
Un somiere con i suoi muli carichi di casse mentre entrano da una delle porte di Coira (1500 ca.); illustrazione nella Luzerner Chronik di Diebold Schilling (Zentral- und Hochschulbibliothek Luzern, Sondersammlung, Eigentum Korporation Luzern). […]

Nel 1464 un disastroso incendio distrusse gran parte della città, fra cui anche il palazzo comunale e quindi le carte di privilegio che vi erano conservate; il cancelliere cittadino Johannes Gsell fu allora inviato a Vienna dall'imperatore Federico III, che oltre a confermare le franchigie imperiali autorizzò Coira a introdurre corporazioni artigiane. Commercianti e artigiani avevano già una loro organizzazione basata su diritti consuetudinari e su confraternite, ma nel 1464 la cittadinanza si diede un nuovo statuto corporativo che regolamentava, oltre alle questioni specifiche professionali, le modalità per eleggere i capi delle corporazioni, il borgomastro, il Gran Consiglio e il Piccolo Consiglio; dopo la Riforma vennero aggiunte quelle per eleggere anche le altre cariche cittadine. Arti e mestieri rientravano tutti in cinque corporazioni: vignaioli, calzolai, sarti, fabbri e panettieri (fornai). Nella città, fortemente caratterizzata dall'agricoltura, avevano parecchio peso i proprietari terrieri, che facevano parte della corporazione dei vignaioli; lo stesso vale per i someggiatori e i trasportatori attivi nei traffici commerciali, che appartenevano alla corporazione dei fabbri. Dopo l'incendio e l'adozione del nuovo statuto corporativo, aumentò l'afflusso di artigiani specializzati dall'area germanofona che, assumendo la cittadinanza, contribuirono in misura sostanziale alla germanizzazione di Coira.

Il nuovo regime corporativo significò una notevole emancipazione dalla tutela vescovile. La città acquisì gradualmente anche il diritto di riscuotere tributi, fra cui la tassa di guardia. Il riscatto dell'alta giurisdizione – la cosiddetta avogadria imperiale, che era pegno vescovile – fu autorizzato anch'esso dall'imperatore nel 1464 e confermato nel 1480, ma poté venire attuato solo nel 1489. Al vescovo rimasero comunque la nomina delle cariche civili e la maggior parte delle regalie (dazio, diritto di conio, caccia, pesi e misure); questi privilegi si poterono abolire solo nel contesto della Riforma e degli articoli di Ilanz (1524, 1526). I tentativi di Coira per divenire città libera dell'Impero (immediatezza imperiale), iniziati nel 1495, fallirono definitivamente nel 1498.

La città, che nel 1367 era il membro più importante della neofondata Lega Caddea, divenne in seguito, a turno con Ilanz e Davos, sede di riunione delle Tre Leghe (Dieta comune dei Grigioni); le assemblee vi avevano luogo nella sala del Gran Consiglio del palazzo comunale, ricostruito dopo l'incendio. Al 1419 risale un trattato di comborghesia tra Coira e Zurigo, rinnovato nel 1470 e nel 1496, che prevedeva l'aiuto reciproco in situazioni difficili e procurava a Zurigo una posizione vantaggiosa nell'area del complesso fortificato del Gräpplang presso Flums, situato strategicamente sulla strada del lago di Walenstadt; nel 1440 Coira e i Quattro Villaggi (Cinque villaggi) si allearono con la Lega Grigia. Alla prima conquista grigione della Valtellina (spedizioni di Bormio, 1486/1487) i cittadini di Coira parteciparono con il vessillo principale della Lega Caddea, sotto la guida dell'ex borgomastro Johannes Loher; nella guerra di Svevia le milizie di Coira combatterono in Bassa Engadina, in Prettigovia e a Balzers, sotto il comando del capitano e balivo vescovile Heinrich Ammann. In altri conflitti militari all'estero le truppe curiensi furono di nuovo guidate da loro borgomastri: da Luzius Gugelberg von Moos nella campagna del 1512 per la conquista della Valtellina, da Hans Brun e da Ulrich Gerster nella seconda guerra di Musso (1530-1531). Nell'ambito dei contratti mercenari stipulati dalle Tre Leghe con potenze straniere, i soldati di Coira parteciparono soprattutto agli eventi bellici dell'Italia settentrionale; tuttavia nella cittadinanza e soprattutto nelle corporazioni si levarono ripetute opposizioni agli influssi nocivi del servizio mercenario (mercenari), per esempio in appelli e petizioni alla Lega Caddea (1535) e al Piccolo e Gran Consiglio (1543).

La Riforma venne introdotta a Coira nel 1525-1526, grazie all'apporto decisivo, dal 1523, di Jakob Salzmann, maestro presso la scuola cittadina (precedentemente presso la scuola conventuale di San Lucio), e di Johannes Comander (parroco voluto dal comune nella chiesa di S. Martino). Già durante la Pasqua del 1525 il secondo predicò la nuova fede davanti a una grande folla; in quell'anno, tuttavia, riformatori e autorità dovettero affrontare non solo la resistenza dei cattolici ma anche il forte attivismo degli anabattisti e un'incursione di contadini sulla città. Dopo la Disputa di Ilanz del 1526, le Tre Leghe decretarono che ogni individuo era libero di conservare la vecchia fede o abbracciare quella nuova; l'evoluzione in senso riformatore fu grandemente favorita dagli articoli di Ilanz del 1524 e del 1526, che concessero la riduzione o il riscatto delle decime e la libera scelta del pastore da parte delle singole comunità. Tranne che nel quartiere vescovile, a Coira il passaggio alla Riforma – con la rimozione delle immagini sacre dalle chiese, l'abolizione della messa e l'introduzione della Cena – in sostanza si era concluso nella primavera del 1527.

L'altare maggiore della cattedrale, costruito dal 1486 al 1492 dalla bottega sveva di Jakob Russ (Fotografia A. & G. Zimmermann, Ginevra).
L'altare maggiore della cattedrale, costruito dal 1486 al 1492 dalla bottega sveva di Jakob Russ (Fotografia A. & G. Zimmermann, Ginevra). […]

Il periodo di transizione dal Medioevo all'epoca moderna e dal gotico al rinascimentale fu segnato da un'intensa attività architettonica e artistica nella città. Fra il 1467 e il 1543 sorsero opere pubbliche quali il nuovo palazzo comunale, con emporio, e le chiese di S. Martino (1470-1492) e S. Regula (1494-1500), che assunsero il loro aspetto attuale. Nel 1492 Jakob Russ portò a termine il celebre altare maggiore gotico della cattedrale, mentre risalgono al 1543 le figure della Morte nel castello vescovile (sul modello della Danza macabra di Hans Holbein il Giovane). La maggior parte delle sedi delle corporazioni venne ricostruita, e nel 1538 mura e porte cittadine furono rinnovate e rinforzate. La vita teatrale ricevette un forte impulso dall'attività di gruppi amatoriali (rappresentazioni sul Giudizio universale nel 1517 e sulla parabola del ricco e del mendicante Lazzaro nel 1541). I cittadini partecipavano alla vita del Rinascimento in occasione di solennità politiche e di feste nuziali, che talvolta duravano più giorni.

Nella seconda metà del XVI secolo sia la vita comunitaria sia diverse attività conobbero un'intensa regolamentazione, come mostrano numerose ordinanze, in particolare nell'ambito dei trasporti e del commercio. La città si preoccupò anche della sua agricoltura e alpicoltura, e a partire dal XV secolo acquistò gradualmente terreni pascolivi nell'alto Schanfigg, procurandosi poi una vasta zona di alpeggi con l'acquisto delle Sattelalpen dagli abitanti di Arosa (1573); già nel 1636 gli alpeggi di Coira annoveravano 450 piedi d'erba.

La città subì gravi danni con l'incendio del 1574, che distrusse ca. 300 case su un totale di 400, ma collette e prestiti dell'intera Confederazione permisero una rapida ricostruzione e anche la nascita di varie fondazioni, fra cui quella per indigenti (hausarme Leute); per prevenire altre catastrofi del genere furono modificati i regolamenti edilizi e antincendio.

Comune di tendenze filoispaniche, all'inizio del XVII secolo Coira fu più volte teatro di disordini, ribellioni e sommosse popolari nel contesto delle lotte tra fazioni e del servizio mercenario; nel solo 1607 vi ebbero luogo tre sessioni del tribunale censorio. I Torbidi grigionesi, durante la guerra dei Trent'anni, provocarono nel 1622 un'occupazione straniera prolungata del Paese; Coira venne occupata per ca. un decennio da truppe imperiali. La soldatesca austro-spagnola portò la peste e si dimostrò ben poco fedele alle clausole del trattato di occupazione, abbandonandosi a scorrerie. La guerra, le leve e campagne militari, l'occupazione austro-spagnola e quella francese costarono alle casse pubbliche di Coira 88'844 fiorini tra il 1622 e il 1636, somma che le Tre Leghe poterono compensare solo in parte, lasciando a Coira il dazio statale e altri introiti. Solo nella seconda metà del XVII secolo la città si riprese economicamente e uscì dal ristagno culturale degli anni di guerra.

Dalla metà del XVII secolo all'Elvetica

Dopo la conclusione della guerra dei Trent'anni la cittadinanza recuperò rapidamente le perdite subite; nel 1665 venne quindi sospeso il diritto di acquisire la cittadinanza di Coira, che in seguito fu concessa solo a pochi richiedenti agiati (aristocratizzazione). Nel corso del XVIII secolo il numero dei cittadini finì in tal modo con il dimezzarsi, mentre aumentava la percentuale degli aristocratici e dei ricchi; dal XVII secolo i dimoranti, nonostante varie proposte di espulsione, rappresentarono costantemente ca. la metà della popolazione. Dopo la revoca dell'editto di Nantes (1685), vennero ad aggiungersi centinaia di profughi protestanti fuggiti per motivi religiosi dal Piemonte, dalla Savoia e dalla Francia meridionale, che furono aiutati attivamente ma poi in genere mandati altrove. Coloro che rimanevano erano svantaggiati economicamente, come tutti i dimoranti, ma per la cura delle anime disponevano di propri pastori. Nel XVII e XVIII secolo l'economia conobbe variazioni minime: quasi tutti i cittadini e molti dei dimoranti erano dediti a un'agricoltura di sussistenza e alle attività connesse con il traffico di transito. Nella viticoltura, molto estesa e poco produttiva, la situazione restò praticamente immutata; i lavori erano svolti da dimoranti e da lavoratori a giornata stagionali. Il traffico di merci, determinante per Coira, raggiunse il suo livello più basso prima del 1670, per tornare sui livelli precedenti ai Torbidi solo verso la fine del XVIII secolo. Alla ripresa contribuirono in misura decisiva alcune migliorie stradali: lo spedizioniere di Coira Thomas Massner, per esempio, riuscì a rendere sicuro il Cardinello, tratto stradale problematico sul passo dello Spluga, mentre la strada imperiale fra il Sankt Luzisteig e Coira fu potenziata dalle Tre Leghe e dalla città (1782-1786). Nel XVIII secolo nacquero vere e proprie case commerciali, con partner nell'intera Europa. Il regime corporativo si affermò in campo politico ed economico; nonostante le cosiddette domeniche di protesta, il Consiglio mantenne il controllo sulle corporazioni, che a loro volta difesero il proprio monopolio dalla concorrenza (dei dimoranti e delle corporazioni degli artigiani della residenza vescovile) ma anche da rivali esterni alla città, facendo così fallire alcuni tentativi di erigere manifatture. All'inizio del XVIII secolo vennero messe in questione le funzioni di centro di Coira in quanto capoluogo della Lega Caddea e sede di congresso, di archivio, di erario e di cancelleria delle Tre Leghe; solo grazie alla mediazione di Zurigo – nella sentenza di Malans (1700) e nel compromesso del 1730 – la città poté conservare i propri privilegi. Nonostante i numerosi punti controversi, invece, i rapporti della città con il vescovo rimasero amichevoli.

L'aspetto esterno di Coira cambiò poco, anche se due grandi incendi (1674) e una piena della Plessur (1762) causarono notevoli distruzioni. L'attività edilizia si estese tuttavia oltre la cinta muraria; lo stile barocco trovò espressione in quattro case signorili isolate con giardini formali, ma anche negli interni di molte dimore borghesi. Ancora alla fine del XVII secolo aprirono i battenti una scuola latina e un Collegium musicum; ad animare un poco la vita culturale della capitale retica, per il resto, provvedevano compagnie teatrali itineranti tedesche, qualche rappresentazione operistica, i rappresentanti diplomatici stranieri e il principe vescovo.

Dall'Elvetica a oggi

Istituzioni, sistema politico, amministrazione e infrastrutture

Nei periodi di occupazione francese (dal 1799), ogni divieto di attività artigiane esterne alle corporazioni scomparve e Coira fu retta da una municipalità, ma con la Mediazione (1803) le corporazioni riottennero, fra l'altro, anche il loro potere politico. Le critiche crescenti al sistema di voto (per corporazioni invece che per suffragi di cittadini), così come alla mancanza di una separazione dei poteri e alla lentezza dell'amministrazione, portarono nel 1841 a un nuovo ordinamento: politica, polizia, amministrazione, sfera ecclesiastica e scuole erano ora di competenza di un Consiglio cittadino di 11 membri. L'assemblea comunale, introdotta nel 1850, poteva intervenire solo su questioni cantonali e federali. Lo Hof (il quartiere vescovile, che nel 1850 aveva 240 abitanti) fu annesso alla città nel 1852. Dal 1862 le autorità comunali furono distinte in Gran Consiglio cittadino di 21 membri (legislativo) e un Piccolo Consiglio di sette membri (esecutivo). Nel 1875 il comune degli abitanti subentrò al comune patriziale come titolare dei diritti di sovranità, economici e politici. Nel 1904 il Piccolo Consiglio fu ridotto a cinque membri, di cui due a tempo pieno (il sindaco e il preposto alle costruzioni). Il Gran Consiglio, dopo il 1916 eletto solo con il sistema proporzionale, scese a 15 membri nel 1928, quando era già stata abolita l'assemblea comunale (1921). Il comitato municipale (di cinque membri, erede del Piccolo Consiglio) doveva solo sorvegliare l'amministrazione; tutti i dicasteri dipendevano dal sindaco. La revisione del 1964 creò un consiglio comunale di 21 membri e un municipio di tre membri a tempo pieno. Nel 1988 anche per il municipio venne introdotta la limitazione del mandato a tre legislature (cioè 12 anni).

Intorno al 1800 Coira era politicamente diviso tra gli «aristocratici» conservatori del clan dei Salis e i «patrioti», di tendenza repubblicana, di Johann Baptista von Tscharner. L'abolizione delle corporazioni nel 1840 segnò l'inizio del predominio liberale (radicale, Partito radicale democratico, PRD), predominio successivamente attenuato dall'arrivo di immigrati dalle zone cattolico-conservatrici e (Cattolici conservatori, Partito popolare democratico, PPD), nel 1919, dalla scissione dei democratici (la futura Unione democratica di centro, UDC); ai tre schieramenti corrispondevano rispettivamente i tre quotidiani Der Freie Rätier (fino al 1974), Bündner Tagblatt e Bündner Zeitung. Nel 1882 entrò in municipio il primo esponente del Partito socialista (PS).

Operai e capicantiere festeggiano la conclusione dei lavori delle nuove condotte fognarie nella Obere Gasse, 1907 (Archivio di Stato dei Grigioni, Coira, Bestand Lienhard & Salzborn, FN IV 18/24 C 046).
Operai e capicantiere festeggiano la conclusione dei lavori delle nuove condotte fognarie nella Obere Gasse, 1907 (Archivio di Stato dei Grigioni, Coira, Bestand Lienhard & Salzborn, FN IV 18/24 C 046).

In campo assistenziale, a parte le consuete donazioni e fondazioni, furono aperti nel 1844 l'orfanotrofio, nel 1845 l'istituto di rieducazione Plankis, nel 1847 l'ospizio, nel 1875 l'ospedale cittadino e nel 1924 la prima casa per anziani; l'ospedale di S. Croce, fondato nel 1853, fu trasferito sulla Loëstrasse nel 1912. L'illuminazione stradale con lampioni a olio cominciò nel 1820, quella con il gas nel 1859, mentre il rinnovo delle condutture idriche venne effettuato nel 1880, la posa delle fognature nel 1905. Dal 1891 l'elettricità è fornita da una centrale municipale, successivamente ampliata (1906, 1914, 1947). Dal 1895 proprietaria della fabbrica del gas (ricostruita nel 1911), nel 1990 Coira è passata al metano. La prima piscina pubblica all'aperto fu inaugurata nel 1871.

Coira non era stata la capitale delle Tre Leghe, ma solo il capoluogo della Lega Caddea; ciononostante era il centro naturale dei Grigioni per la sua posizione geografica, per la presenza del vescovo e per la sua forza economica. Sede dal 1803 del governo del nuovo cantone, nel 1820 divenne sede fissa anche del parlamento. Ospita il tribunale cantonale e quello amministrativo, le autorità e istituzioni centrali dell'apparato carcerario cantonale, la clinica psichiatrica Waldhaus (del 1892), l'ospedale cantonale femminile Fontana (del 1917), l'ospedale cantonale e regionale retico (del 1941), la maggior parte dei media e delle istituzioni o associazioni culturali pubbliche e private del canton Grigioni. La Confederazione è rappresentata soprattutto dall'amministrazione postale, ferroviaria, doganale e militare (piazza d'armi federale dal 1887). Manifestazioni importanti ai fini dell'identità collettiva sono state sul piano grigione la commemorazione della battaglia della Calven (1899), su quello federale le feste federali di tiro (1842, 1949), di ginnastica (dal 1845) e di canto (dal 1862).

Insediamento e popolazione

Costruzione della Banca cantonale grigione sulla piazza della Posta nel marzo del 1911 (Stadtarchiv Chur, Sammlung Salzborn).
Costruzione della Banca cantonale grigione sulla piazza della Posta nel marzo del 1911 (Stadtarchiv Chur, Sammlung Salzborn). […]

Alla fine del XVIII secolo la zona edificata era circoscritta all'attuale centro storico, al Welschdörfli e a una striscia lungo la Plessur; l'abbattimento delle mura tra la porta inferiore (Untertor) e la cosiddetta torre delle streghe (Hexenturm) nel 1829 segnò l'inizio dell'espansione nell'area antistante. Nel 1834 la demolizione di un'altra torre (Schelmenturm) creò un secondo ingresso da nord: da allora la piazza e la strada della posta furono assi concorrenziali alla strada imperiale (che terminava alla porta inferiore, demolita nel 1861). Il fossato cittadino venne colmato e trasformato nella Grabenstrasse, strada con edifici di rappresentanza (Villa Brunnengarten, 1848; Villa Planta, 1876; edificio sede del parlamento e del tribunale cantonale, 1878; posta, 1904; Banca cantonale grigione, 1911). Dopo la sistemazione della stazione a nord della città (1858), la piazza della posta (Postplatz) divenne il punto centrale del nucleo storico; modifiche di rilievo furono la trasformazione del cimitero Scaletta in parco municipale (1862) e la costruzione della Loëstrasse (1890-1892), che dava accesso a un nuovo quartiere residenziale. Un primo regolamento edilizio di vasto respiro entrò in vigore nel 1896. La Ringstrasse, ultimata nel 1973, attraversava un quartiere in rapida crescita dal 1900 ca. (Rheinquartier), che ben presto fu dotato di alti palazzi e complessi residenziali (Solaria, 1961-1962; Lacuna, 1964-1981). Il centro storico si sta trasformando in quartiere degli affari, con demolizioni e riattazioni complete di edifici per creare uffici e spazi commerciali. Altri edifici pubblici sono la scuola alla Quader (1914), la chiesa di S. Croce (1969) e le costruzioni poste a proteggere i reperti romani nel Welschdörfli (1986).

L'apertura della città sul piano giuridico, economico e urbanistico portò a triplicare la popolazione fra il 1780 e il 1860, e poi di nuovo a raddoppiare tra il 1860 e il 1910. Alla stagnazione fra le due guerre mondiali seguì (dopo il 1950) una crescita molto rapida, con un nettissimo boom edilizio specialmente nel Rheinquartier. Dopo il 1976, con eccedenze delle nascite in calo e un saldo migratorio talvolta negativo, la popolazione si è stabilizzata poco al di sopra dei 30'000 abitanti.

Economia e trasporti

Manifesto per le diligenze, 1880 ca.; litografia di Orell Füssli (Museo della comunicazione, Berna).
Manifesto per le diligenze, 1880 ca.; litografia di Orell Füssli (Museo della comunicazione, Berna).

Il settore trainante era, tradizionalmente, il traffico di transito fra la Germania meridionale e l'Italia settentrionale. I passaggi aumentarono già con la strada imperiale, o strada tedesca, via di grande comunicazione terminata nel 1788 fra il Sankt Luzisteig e Coira; alla nuova strada alpina dello Spluga e del San Bernardino, costruita negli anni 1818-1823 con la partecipazione degli spedizionieri di Coira (che da allora diedero un'impronta decisiva alla politica cantonale dei trasporti), seguì tra il 1820 e il 1840 la carrozzabile dei passi dello Julier e del Maloja. Le linee realizzate dalle Ferrovie svizzere unite collegarono Coira con Rorschach nel 1858 e con Zurigo nel 1859; dopo l'apertura della linea del San Gottardo (1882) la città dovette passare dai traffici di transito al turismo, ma restò un punto di trasbordo fra ferrovia e diligenza postale, rispettivamente fra le Ferrovie svizzere unite (dal 1902 Ferrovie federali svizzere, FFS) e le linee della Ferrovia retica dirette a Thusis (dal 1896), all'Engadina (dal 1903), a Ilanz (1903) e ad Arosa (1914). Coira si impegnò affinché le strade grigioni venissero aperte alle automobili, ma fino al 1925 fu sconfitta nelle votazioni cantonali su questo tema. La strada di circonvallazione risale al 1965, ed è un troncone dell'autostrada A13. In seguito alla forte crescita dell'agglomerato e all'aumento dei pendolari, all'inizio del XXI secolo avevano assunto particolare importanza problemi del traffico legato ai flussi locali.

L'insediamento dell'industria tessile alla fine del XVIII secolo non ebbe successo. Tuttavia, le nuove carrozzabili, la scomparsa delle corporazioni e l'arrivo della ferrovia migliorarono la situazione periferica della città, portando fra l'altro ad aprire la fabbrica del gas (1859) e la filanda Meiersboden (attiva dal 1861 al 1886), anche se Coira non divenne mai un polo industriale. L'azienda più grande fu praticamente sempre l'officina di riparazione delle Ferrovie svizzere unite, poi FFS, con un massimo di 300 operai; ditte ricche di tradizione furono ad esempio la tessitura Pedolin (1789-1982), il pastificio (1841), la fonderia (1892), la fabbrica di cioccolato (1893) o il birrificio Rhätische Aktienbrauereien (nato da una fusione nel 1902). Se le agevolazioni all'industria varate dalla città a metà degli anni 1950 ebbero qualche effetto positivo, negli anni 1970 e 1980 i settori tessile e metallurgico incontrarono difficoltà; varie imprese, inoltre, si sono trasferite nell'agglomerato (nel 1989, per esempio, la fabbrica di bilance Busch, fondata nel 1919). A Coira la struttura del secondario è rimasta improntata alla piccola industria, con parecchie aziende edili e, dagli anni 1990, anche alcuni produttori di elettronica. A prescindere dai servizi centrali di capitale del cantone, la distanza da altre città di una certa dimensione ha consentito a Coira di restare in generale un centro di servizi, in particolare nel campo dei trasporti, del commercio al dettaglio e della scuola.

Cultura e istruzione, Chiesa e vita religiosa

Negli anni intorno al 1800 Coira fu teatro di numerose rivolte e sessioni di tribunale penale, mentre la popolazione era divisa tra fautori dell'antico ordine e riformisti o rivoluzionari. Da allora rimase una contrapposizione fra la comunità del quartiere vescovile dello Hof e la cittadinanza riformata; solo dal 1966-1967 la scuola cattolica dello Hof è integrata nell'apparato scolastico cittadino. Il forte afflusso da zone rurali del cantone, spesso romance e cattoliche (specialmente dalla Surselva), dalle regioni sangallesi dell'Oberland e del Rheintal e dall'estero (manodopera italiana e tedesca) ha cancellato l'immagine della Coira germanofona e riformata; dal 1970 le due comunità confessionali hanno un peso equivalente. L'aumento percentuale di romanci e italofoni ha portato alla nascita di associazioni linguistico-culturali specifiche, fra cui per esempio il Chor Viril Alpina Cuera (1898). A Coira hanno sede gli uffici centrali delle organizzazioni linguistiche Pro Grigioni Italiano (dal 1918) e Lia Rumantscha (dal 1919).

Parte anteriore della bandiera del sindacato dei lavoratori del legno di Coira, realizzata per il primo maggio 1892 (Museo retico, Coira).
Parte anteriore della bandiera del sindacato dei lavoratori del legno di Coira, realizzata per il primo maggio 1892 (Museo retico, Coira). […]
Parte posteriore della bandiera del sindacato dei lavoratori del legno di Coira, realizzata per il primo maggio 1892 (Museo retico, Coira).
Parte posteriore della bandiera del sindacato dei lavoratori del legno di Coira, realizzata per il primo maggio 1892 (Museo retico, Coira). […]

La concessione del suffragio ai domiciliati (1874) modificò i rapporti di potere politico. Pur mancando un forte ceto proletario, il movimento operaio acquisì importanza (anche per influsso di lavoratori migranti tedeschi e italiani); dal 1900 al 1914 si ebbero numerosi conflitti del lavoro. Durante la crisi degli anni 1930, Coira si oppose con ogni mezzo all'arrivo di forestieri bisognosi.

Nel 1779 Coira mise in atto una radicale riforma scolastica; la fondazione della scuola cantonale evangelica (1804) e di quella cattolica (1807), accorpate poi nel 1850, portò alla chiusura della scuola latina cittadina. Nel 1853 aprì i battenti l'istituto magistrale cantonale, nel 1872 la scuola di perfezionamento (precorritrice della scuola secondaria), nel 1895 la scuola femminile grigione; nel 1964 venne fondato l'istituto tecnico serale (poi scuola tecnica superiore), nel 1987 la scuola superiore di economia e amministrazione. Lo Stadttheater, aperto nel 1923 con compagnia stabile e produzioni proprie, dal 1992 ospita solo allestimenti esterni; nel 2010 la città ne ha affidato la gestione a una fondazione (Stiftung Theater Chur). Dagli anni 1970 si è affermato il piccolo teatro Klibühni Schnidrzumft. Istituzioni culturali cantonali sono fra l'altro il Museo retico, fondato nel 1872, e due musei derivati nel 1919 dalle sue collezioni artistiche e naturalistiche (Museo d'arte dei Grigioni, Museo della natura dei Grigioni).

Villa Planta, oggi sede del Museo d'arte dei Grigioni. Fotografia, 1991 (Museo d'arte dei Grigioni, Coira).
Villa Planta, oggi sede del Museo d'arte dei Grigioni. Fotografia, 1991 (Museo d'arte dei Grigioni, Coira). […]

Riferimenti bibliografici

  • Archivio di Stato dei Grigioni, Coira.
  • Bischöfliches Archiv Chur, Coira.
  • Museo retico, Coira.
  • Stadtarchiv Chur, Coira.
  • Inventario svizzero di architettura, 1850-1920, vol. 3, 1982, pp. 219-315.
  • Churer Stadtgeschichte, 2 voll., 1993.
  • Bühler, Linus: Chur im Mittelalter. Von der karolingischen Zeit bis in die Anfänge des 14. Jahrhunderts, 1995.
  • Pro Grigioni Italiano (a cura di): Storia dei Grigioni, 3 voll., 2000.
Completato dalla redazione
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Suggerimento di citazione

Jürg Simonett; Jürg Rageth; Anne Hochuli-Gysel; Linus Bühler; Martin Bundi; Max Hilfiker: "Coira (comune)", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 03.08.2021(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/001581/2021-08-03/, consultato il 16.04.2024.